24 dicembre 2015

Riflessioni su Star Wars: Episodio VII - Il risveglio della Forza

ovvero


La Forza avrebbe potuto svegliarsi meglio ma ci fa piacere che si sia alzata dal letto finalmente


locandina star wars force awakens
E parliamone un po' anche noi, dai...

Evento cinematografico dell’anno e vuoi che non dica la mia anche io? Eddai...

E come ne parlo però? Il materiale è molto e se mi metto a scrivere parlando del film analizzandolo minuto per minuto rischio di finire la stesura dell’articolo per la fine della prossima trilogia. Quindi, seguendo l’esempio del caro Doc Manatthan, analizzerò i principali personaggi presenti nell’opera di J. J. Abrams parlando di tutto ciò che mi salta in mente di volta in volta. Così a caso, come piace tanto a me.

E partiamo quindi da...

22 dicembre 2015

Riflessioni su Dead Kings

ovvero


Quando il Male videoludico è fatto bene

assassin's creed unity dead kings
Guarda cosa vuol dire noir, Batman.

I DLC sono il Male videoludico. Punto. Su questo non ammetto obiezioni. Che siano rilasciati per inserire porzioni che gli sviluppatori non sono riusciti ad inserire nella versione finale di un videogioco per mancanza di tempo oppure semplicemente per ampliare l’esperienza del videogiocatore mesi dopo l’uscita di un titolo, i DLC sono il Male con la M maiuscola in ambito videoludico. Come le presenza di Paranormal Activity, l’angolo del mobile che aggredisce il mignolino del piede e Shakira con il volto di Margherita Hack. Chiedere del denaro ad uno studente otto anni fuori corso che vive ancora con i suoi per fornirgli il finale di un videogioco che ha già pagato con i soldi ricevuti dalla zia ultracentenaria per il compleanno è scorretto, e su questo credo nessuno abbia qualcosa da ribattere. Noi giocatori siamo tuttavia stupidi e pur di vivere nuove ore di gioco su un videogioco che tanto abbiamo amato siamo disposti a venderla la zia ultracentenaria che con la sua generosità ci ha permesso di giocarlo quel videogioco e ci facciamo così fregare dalla casa di sviluppo di turno. Nel mio caso l’azienda sviluppatrice è Ubisoft, una società in grado di annunciare i DLC di un titolo prima dell’uscita del titolo stesso nonché di rilasciare videogiochi non rifiniti e così pieni di buchi tecnici che al confronto il viso di Cassano è liscio e vellutato come il sedere di un bimbo, ed il titolo in questione “Assassin’s Creed: Unity”. E questa è quindi la storia di cosa è successo quando ho scaricato “Dead Kings”, DLC di “Assassin’s Creed: Unity”.

12 dicembre 2015

Riflessioni su Assassin's Creed: Unity

ovvero


Sparare sulla croce rossa non è mai stato così difficile

assassin's creed unity glitch
Penso che andrò un secondo a patcharmi il naso.

Visto che sono un poveraccio e lo scorso anno non avevo i big money per acquistare una console di nuova generazione, ho dovuto attendere ben un anno per giocare ad “Assassin’s Creed: Unity” e poterne cosi parlare finalmente male con cognizione di causa invece di farlo al rilascio del titolo semplicemente seguendo il flusso di idee del gregge chiamato web. Tuttavia al termine del gioco inaspettatamente sono rimasto con la stessa faccia che mi viene nei sogni quando Jennifer Lawrence mi chiede di andare a letto con lei. E non è la stessa che appare sul volto di Homer Simpson quando vede una ciambella, striscia di bava inclusa, bensì un espressione di stupore inaspettato.

Ho atteso ben un anno per poter giocare il titolo e poterci finalmente spalare della merda sopra ed alla fine mi sento impossibilitato a farlo. Frenato moralmente. Al contrario di quanto avevo infatti sentito dire sul titolo, “Assassin’s Creed: Unity” è un buon gioco. Con i suoi difetti, certo, alcuni dei quali piuttosto evidenti, ma un buon videogioco. Ecco, lo sapevo, era meglio rovesciare la merda quando lo facevano tutti senza pensarci troppo su. Ora cosa me ne faccio di questo silos pieno? Lo butto nel lago di Springfield?

8 dicembre 2015

Recensione di Shark in Venice

ovvero


Ma la locandina cosa c'entra?


poster shark in venice
Ecco l'unica scena in cui si vede lo squalo: la locandina.

Su questo semplice blog ho scritto piuttosto poco e comunque sempre in maniera diversa. Ho scritto di videogiochi. Di film. Ho scritto recensioni. Analisi approfondite. Semplici impressioni. Ho scritto in maniera seria. In maniera ironica. Semplicemente stupida. E visto che dopo quasi un anno di scrittura non ho ancora capito esattamente quale argomento e stile mi si addicono di più, questa volta voglio fare qualcosa di ancora diverso. Scriverò una recensione di “Shark in Venice” buttando fuori dalla testa le prime cose che mi passeranno per la testa e nella prima maniera che mi passerà per la testa. Faccio prima. E poi... il blog è mio e faccio quello che voglio!

Andiamo quindi a parlare un po’ di questo bistrattato (e giustamente) “Shark in Venice”.

5 dicembre 2015

Impressioni sui trailer di Star Wars: Episodio VII - Il risveglio della Forza

ovvero


La Forza si alzerà con il piede sbagliato?


locandina star wars force awakens
Ma quanto è bella questa locandina?

Visto che nell’Anno Domini 2015 ormai sparare la propria opinione su internet su qualunque argomento è diventato una sorta di obbligo contrattuale per tutti coloro che possiedono un computer, non vedo perché io debba sentirmi esente da questa pratica. E visto che esprimere la propria su interi film è più difficile e lungo che su semplici e brevi trailer, questi ultimi sono tra i più gettonati dagli “opinionisti” del web, che spesso hanno a disposizione solamente 140 caratteri per esprimere tutta la loro conoscenza su un argomento. Tuttavia sono piuttosto convinto che molti di loro utilizzerebbero comunque 140 caratteri anche se ne avessero a disposizione un numero infinito. Alcuni ne utilizzano persino meno. E arrivano a 140 grazie agli hashtag. Grazie ad hashtag del tipo #kissino. Così, giusto per citarne uno. Al di là dei discorsi su che cazzo significhi la parola “opinionista” o sul fatto che all’epoca del Nokia 3310 questo simbolo # si chiamasse cancelletto e non hashtag, visto che tutti devono metter per iscritto la propria opnione su qualunque trailer, mi sono detto: perché non posso farlo anche io? E quindi lo faccio.

Oggi parlerò quindi di tutte le cose che mi sono passate per la testa alla visione dei trailer finora rilasciati per l’ormai imminente “Star Wars: Episodio VII - Il risveglio della Forza”.

Come tutto il mondo, sono parecchio eccitato dall’uscita dell’ultimo capitolo della saga di George Lucas. Forse anche di più, vista la passione per la stessa che mi perseguita fin da quando mio padre mi fece vedere “Una nuova speranza” quando ero ancora troppo piccolo per poterlo apprezzare a pieno. Tuttavia ho paura. La saga finora è pressoché perfetta. Dopo l’uscita de “La vendetta dei Sith” tutti i tasselli sono andati al loro posto ed il rilascio di un nuovo episodio può solamente rompere gli equilibrio ristabiliti ormai dieci anni fa. E ho paura che gli equilibri siano smossi in maniera pretestuosa. Ho paura che nuovi avvenimenti intacchino la coerenza della trama generale dell’opera. Ho paura. Una paura fottuta.

4 dicembre 2015

Riflessione sulle trasposizioni cinematografiche dei libri

ovvero


E’ davvero meglio il libro?


locandina copertina jurassic park
Libro o film?
In questo caso entrambi capolavori.

“Ehi, hai visto l’ultimo film di Harry Potter?”
“Sì, l’ho visto. Mi è piaciuto, però il libro è più bello.”

Quante volte nella vostra vita, lunga o breve che sia stata finora, avete assistito o siete stati uno dei protagonisti di questa conversazione, ovviamente non solamente riferita alla saga cinematografica di Harry Potter, piuttosto comune e banale come le espressioni “i cani si affezionano al padrone mentre i gatti alla casa”, “Venezia è bella ma non ci vivrei” e “ma c’è la crisi”? Non mettetevi a contarle; stiamo infatti sicuramente parlando di un numero superiore a quello delle vostre dita.

Ovviamente nemmeno io sono stato esente nella mia breve vita da un’esperienza simile e mi è capitato in prima persona di celebrare la superiorità di un libro rispetto alla sua trasposizione sul grande schermo e di rimanere addirittura deluso di come alcuni manoscritti siano stati adattati per produrre una pellicola. Ultimamente mi sono tuttavia ritrovato a chiedermi: è vero che il libro è sempre migliore del film che viene tratto da esso?

3 dicembre 2015

Analisi di Bound

ovvero


50 sfumature di... noia


locandina bound recensione film
La situazione più erotica del film: la locandina.

Qualche mese fa ho guardato ed analizzato il film “Avengers Grimm”, uno dei “capolavori” rilasciati nel 2015 dallo studio cinematografica “The Asylum”, noto praticamente solo per la produzione di mockbusters. Nella speranza che i medesimi autori avessero donato all’umanità altre perle da guardare ed analizzare nello stesso periodo, sono andato alla specifica ricerca di “Bound”, mockbuster del ben più noto “50 sfumature di grigio”, rilasciato all’inizio del 2015 solamente pochi mesi prima di “Avengers Grimm”; e mai errore fu più grande. “Bound” è un film di basso livello, come è più che scontato, se non doveroso, attendersi dal lavoro di “The Asylum”. Insomma, quando una persona guarda un film prodotto da questi signori lo fa solamente per due motivi: per errore o perché alla specifica ricerca di spazzatura certificata da anni di esperienza nel settore. Esiste tuttavia un grande problema: questo film non è altro che un film di basso livello. Questo film non lascia nulla allo spettatore. Questo film è il nulla. Il livello qualitativo di “Bound” non è difatti né abbastanza alto da essere anche solo preso in seria considerazione dalla critica cinematografica né abbastanza basso da essere considerato un film trash da ricordare. Si trova bensì nell’odiosa via di mezzo che rappresenta l’oblio. Il nulla cinematografico. Non possiede quasi nessuna scena o battuta degna di essere ricordata negli annali del putridume cinematografico, se esistessero, ed è più che noioso a tratti. Sì, un film volutamente brutto che fa il verso di un film erotico è noioso. Difficile da immaginare, lo so. Eppure guardare per credere. “Bound” è infatti solamente un film da guardare e... semplicemente dimenticare.

Sebbene ci sia poco da dire su questa pellicola, andiamo ad analizzare “Bound”.