ovvero
La degenerazione dell’idea di Michael Crichton
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The park is open. Finalmente o purtroppo? |
Ho pianto nel vedere i trailer dell’ormai imminente Jurassic World. Ho pianto dall'inizio alla fine di ognuno dei quattro trailer rilasciati negli ultimi mesi. Ho pianto dalla gioia all'inizio di ogni trailer. E ho pianto di disperazione alla fine di ogni trailer.
Io amo Jurassic Park. Non amo la saga cinematografica. Non amo la saga letteraria. Io amo l’idea del Jurassic Park. Amo l’idea partorita dalla mente di Michael Crichton e amo la maniera con cui Steven Spielberg ha portato quell'idea sul grande schermo. Come credo molti bambini, quando ero piccolo ero affascinato dai dinosauri. Ero affascinato da questi animali maestosi e misteriosi. Come molte delle persone che hanno vissuto la loro infanzia negli anni Novanta, al suo rilascio Jurassic Park non rappresentava quindi solo un film, bensì la realizzazione di un sogno: vedere con i propri occhi uno zoo dove poter ammirare gli amati lucertoloni. Per me è così ancora adesso. Amo tuttora guardare Jurassic Park ed incantarmi nel guardare i dinosauri di Spielberg prendere vita sulle splendide arie composte da John Williams. Questo è il motivo per cui ho pianto all'inizio di ogni singolo trailer di Jurassic World; dopo ventitré anni dal primo viaggio su Isla Nublar finalmente ho visto il Jurassic Park completato ed aperto al pubblico.
A metà di ogni trailer però succede qualcosa; le immagini del parco in funzione lasciano spazio a quelle della più che prevedibile fuga dal proprio recinto di numerosi lucertoloni affamati. In quei pochi minuti di trailer prende vita la degenerazione dell’idea di Crichton. In quei pochi minuti prende vita la distruzione dell’idea di Spielberg. In quei pochi minuti viene distrutto tutto ciò che ho amato di Jurassic Park. In quei pochi minuti prende vita ciò che mi ha già deluso della trasposizione cinematografica de Il mondo perduto e ciò che mi ha fatto quasi odiare il terzo capitolo della saga. Crichton ci aveva fatto domandare se fosse giusto o sbagliato manipolare ciò che Madre Natura aveva fatto. Spielberg ci aveva mostrato quanto può essere bello ma pericoloso realizzare i sogni dei bambini di vedere i dinosauri. Universal ci ha mostrato come calpestare delle domande esistenziali e dei sogni pur di trasformarli in moneta sonante. Questo è il motivo per cui ho pianto al termine di tutti i trailer rilasciati; dopo ventitré anni l'idea di Michael Crichton e di Steven Spielberg è stata trasformata in un banalissimo monster movie. Un monster movie dove è normale domare dei predatori che per ventitre anni sono stati i feroci e spaventosamente intelligenti antagonisti nella saga cinematografica. Un monster movie dove non solo è più che lecito sfidare Madre Natura, ma è anche più che normale creare spaventose attrazioni in vitreo dal nulla. Un monster movie in cui per la maggior parte del tempo saranno mostrate decine di armi futuristiche rovesciate addosso al mostro di turno. Non dinosauri. Mostri. Perché è questo che Jurassic World mostrerà. Dei mostri. Mostri ben lontani dagli animali che si comportano semplicemente seguendo la loro natura che Crichton e Spielberg ci hanno mostrato più di venti anni fa e che mi hanno fatto desiderare che Isla Nublar esistesse per davvero.
Sarò il primo ad andare al cinema per vedere il film. Sono però sicuro che dopo la prima mezzora in cui il mio sogno infantile di vedere lo zoo dei dinosauri finalmente aperto sarà infine realizzato, il mio amore per l’idea del Jurassic Park sarà distrutta per la terza volta. Si sa; solo chi ama può soffrire per amore.
Spilu
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