ovvero
Sparare sulla croce rossa non è mai stato così difficile
Penso che andrò un secondo a patcharmi il naso. |
Visto che sono un poveraccio e lo scorso anno non avevo i big money per acquistare una console di nuova generazione, ho dovuto attendere ben un anno per giocare ad “Assassin’s Creed: Unity” e poterne cosi parlare finalmente male con cognizione di causa invece di farlo al rilascio del titolo semplicemente seguendo il flusso di idee del gregge chiamato web. Tuttavia al termine del gioco inaspettatamente sono rimasto con la stessa faccia che mi viene nei sogni quando Jennifer Lawrence mi chiede di andare a letto con lei. E non è la stessa che appare sul volto di Homer Simpson quando vede una ciambella, striscia di bava inclusa, bensì un espressione di stupore inaspettato.
Ho atteso ben un anno per poter giocare il titolo e poterci finalmente spalare della merda sopra ed alla fine mi sento impossibilitato a farlo. Frenato moralmente. Al contrario di quanto avevo infatti sentito dire sul titolo, “Assassin’s Creed: Unity” è un buon gioco. Con i suoi difetti, certo, alcuni dei quali piuttosto evidenti, ma un buon videogioco. Ecco, lo sapevo, era meglio rovesciare la merda quando lo facevano tutti senza pensarci troppo su. Ora cosa me ne faccio di questo silos pieno? Lo butto nel lago di Springfield?
Fin da subito, le grandi critiche che sono state mosse al titolo riguardavano la grande quantità di errori di programma, bug, glitch ed altri simpatici amici presenti. Certo, pubblicare un titolo non completamente rivisto e corretto e venderlo a prezzo pieno, rilasciando poi successivamente patch per un carico totale di sei gigabyte e mezzo che la mia connessione internet del terzo mondo è stata in grado di scaricare nel tempo che sembra passare quando ti scappa così tanto da fartela addosso ed il bagno è occupato dal vostro zio stitico, è corretto come andare a letto con la fidanzata del vostro migliore amico, nel suo letto e mentre sua madre vi filma. Bisogna tuttavia ammettere che il titolo rifinito gira fluidamente senza problemi per cui trovo che le critiche possano essere mosse solamente verso Ubisoft e non verso il titolo di per sé.
Non avere problemi non è tuttavia sinonimo di un prodotto di alta qualità. Cosa è che mi spinge allora a dire che il nostro “Unity” è un buon titolo? Mo' ve lo spiego.
Premessa. Avete presente le dodicenni isteriche super fan degli Uan Dairecscion, di Giastin Biber, De Colors e simili che si sgrillettano in bagno pensando a loro? Ecco, un tempo io ero un dodicenne isterico super fan della saga di “Assassin’s Creed”
Cosa hai detto di mia madre??? |
E “Assassin’s Creed: Unity” ha questa strana cosa chiamata coerenza, che ad Ubisoft sembravano aver dimenticato in soffitta insieme ai Rabbids e che io adoro come e più di Jennifer Lawrence (bugia!) nuda (superbugia!!!) e che gli ultimi titoli del franchise non avevano. La trama del titolo è purtroppo molto breve, come quella di tutti gli ultimi giochi del franchise. Diciamo che la lunghezza della storyline principale dei vari “Assassin’s Creed” negli ultimi tempi è stata direttamente proporzionale al numero di peli presenti sul pube di un porno attore. Nonostante ciò, la storia raccontata all’interno di questo capitolo parigino ha il pregio, oltre quello di essere coerente, di portare con sé qualcosa di originale come la storia d’amore tra il protagonista e la sua sorellastra che, come se non bastasse, è un membro dell’ordine avverso a quello del nostro eroe. Ricordo che solamente con queste premesse, all’epoca dell’annuncio, mi venne una tale voglia di giocare al titolo che al confronto il desiderio di Camilleri di fumare una sigaretta dopo una cena al ristorante è solamente un piccolo sfizio. Vero è che poi la vicenda è poco sviluppata, ma ciò è dovuto ai pochi peli pubici del porno attore scelto per la valutazione della lunghezza della trama del titolo in fase di produzione.
La prima cosa che però ovviamente salta agli occhi giocando a “Unity” non è la sua trama bensì la sua ambientazione, la città di Parigi alla fine del Settecento. E come si fa a non apprezzare una tale ambientazione? Dovreste essere terroristi islamici per non farlo. (E faccio un saluto ai terroristi islamici che sono assidui lettori del blog!) Prima di tutto è Parigi, una delle città più belle del mondo. La scelta di Ubisoft è stata azzeccata. Facile come fare il gesto dell’ombrello a un non vedente morto, ma azzeccata. E poi è finalmente una città degna di tale nome. Sebbene il suo nome sia “Parigi” e non “città” è comunque una città degna di chiamarsi “città”, che però si chiama “Parigi”, che... vabbè, avete capito... Grazie all'hardware delle console di nuova generazione è infatti possibile vedere su schermo migliaia di persone contemporaneamente. Persone dotate di un alto numero di animazioni diverse, che contribuiscono indiscutibilmente a rendere la città di Parigi veramente viva. E “sti cazzi”, aggiungerei. Perché è sicuramente una delle frasi che si esclamano alla prima vista di una delle folle presenti a Parigi. Oltre che di fronte alle esplosioni nei film di Michael Bay, ma questa è un’altra storia...
Fonte di critica in tutti i titoli della saga è stato ed è il combat system, che la maggior parte degli utenti trova troppo semplificato. Anche in “Assassin’s Creed: Unity” i nemici attaccano il protagonista con una turnazione ordinata che i pensionati alle poste se la sognano, tuttavia le ferite che provocano sono sufficienti ad innalzare il livello di difficoltà al punto tale da far prediligere un approccio stealth ad uno diretto. In sostanza finalmente dopo anni il personaggio non è più una sorta di carro armato su gambe, ma in grado di perire sotto i colpi dei nemici. Sto dicendo che dopo anni sono stato costretto ad utilizzare le bombe fumogene per sfuggire da uno scontro! Le bombe fumogene, l’arma di cui tutti gli amanti della saga avevano dimenticato persino l’esistenza fin dai tempi del lontano “Assassin’s Creed II”! Sto parlando del 2009... L’ultima volta che avevo utilizzato una bomba fumogena Usain Bolt batteva il record dei 100 metri e l’Italia era ancora campione del mondo!
“Assassins’ Creed: Unity” è quindi un ottimo titolo, i cui problemi tecnici rappresentano solamente un piccolo, sebbene contestabile e criticabile, passo falso in partenza, la cui trama, sebbene semplice e lineare, riesce ad incuriosire dall’inizio alla fine e la cui ambientazione fa innamorare e strabuzzare gli occhi più della nostra cara Jennifer Lawrence senza veli.
Ma questo è solo il mio parere. Nulla più.
Sei sicuro? |
P.S. Ovviamente scherzavo su Parigi e Jennifer Lawrence senza veli.
Spilu
Nessun commento:
Posta un commento