24 dicembre 2015

Riflessioni su Star Wars: Episodio VII - Il risveglio della Forza

ovvero


La Forza avrebbe potuto svegliarsi meglio ma ci fa piacere che si sia alzata dal letto finalmente


locandina star wars force awakens
E parliamone un po' anche noi, dai...

Evento cinematografico dell’anno e vuoi che non dica la mia anche io? Eddai...

E come ne parlo però? Il materiale è molto e se mi metto a scrivere parlando del film analizzandolo minuto per minuto rischio di finire la stesura dell’articolo per la fine della prossima trilogia. Quindi, seguendo l’esempio del caro Doc Manatthan, analizzerò i principali personaggi presenti nell’opera di J. J. Abrams parlando di tutto ciò che mi salta in mente di volta in volta. Così a caso, come piace tanto a me.

E partiamo quindi da...

Rey


Rey.

Perché nonostante tutto è lei la protagonista della nuova trilogia. E perché sì, è molto carina quindi merita la precedenza. Il personaggio si fa amare. E non solo perché il sorriso della bella Daisy Ridley è uno dei più contagiosi visti negli ultimi anni sullo schermo di un cinema. Rey è un’eroina con i controcazzi, coraggiosa e sicura di sé, alla pari della prima Lara Croft, ma senza il bisogno di mostrare il seno e/o il sedere per farsi amare. Ancora nebuloso il suo passato è, come direbbe il compianto Yoda, ma sono sicuro che tutto verrà svelato nel prossimo episodio di questa nuova trilogia. Figlia di Luke Skywalker? Probabilmente sì. Le strizzatine d’occhio di J. J. Abrams ai fan della saga sono forse un po’ troppo evidenti a volte, ma non si sa mai che possa decidere di spararci un BAZINGA a pieno schermo nei prossimi anni.

Nel caso fosse la figlia di Luke, come ripeto sembrerebbe essere, rimane da chiedersi perché il padre l’abbia abbandonata nel buco di culo della galassia noto anche con il nome politicamente corretto di Jakku. Lo so, il buco di culo della galassia una volta si chiamava Tatooine, ma dopo quasi quarant’anni di saga a quanto pare a J. J. Abrams sembrava brutto continuare a sfruttare il pianeta degli Hutt come luogo di nascita del protagonista di turno. Certo, Jakku è identico a Tatooine, ma è un pianeta diverso. Ha solamente un sole. E’ comunque chiaro che se vuoi essere il protagonista di un film di “Star Wars” devi crescere su un pianeta tutta spiaggia e niente mare.

In quanto probabile figlia del caro Luke-io-sono-tuo-padre-nuooooooooo, la nostra eroina possiede una grande quantità di Midi-chlorian. Sebbene queste microscopiche forme di vita non vengano minimamente nominate nel film (a quanto pare J. J. Abrams non sa come si scrive “Midi-chlorian”), Rey è probabilmente l’essere vivente con la loro più alta concentrazione nella storia della galassia in quanto in grado di pilotare dopo un quarto d’ora il Millennium Falcon da sola like a boss, di utilizzare i trucchi mentali dei Jedi dopo un’ora e di maneggiare dopo due ore al primo tentativo una spada laser meglio di quello che nella prima metà del film sembrava essere il villain pià potente della storia della saga, ma di lui parleremo tra qualche riga. Se già mi sembrò strano all’epoca che Luke dopo pochi giorni di addestramento con Yoda fosse in grado di tenere testa al padre, il prescelto dalla Forza per riportare l’equilibrio nella galassia, immaginate la mia reazione quando ho visto la gracile Rey tenere testa in uno scontro con la spada laser al (sembrava) potente Kylo Ren dopo aver impugnato per la primissima volta nella sua vita l’iconica arma dei cavalieri Jedi. Eh, è proprio vero che questi giovani d’oggi del “tutto e subito” non sono più in grado di sudarsi dei risultati... Se però Rey è davvero la figlia di Luke, tutto ciò potrebbe trovare una vaga spiegazione nell’alta concentrazione di Midi-chlorian nel suo sangue e nella sua quindi affinità naturale con la Forza.

Nel complesso comunque un bel pollicione in su per Rey, il suo coraggio ed il suo sorrisone contagioso.

Finn


Finn.

Tutti lo amano. A parte me. Non perché, come dice il Doc Manhattan, sono parte della feccia nazi dell’internet che dovrebbe farsi una gita di quattordicimila anni in una galassia lontana lontana, bensì perché semplicemente non riesce a accapparrarsi la mia simpatia in tutta la durata del film, sebbene appaia dall’inizio alla fine. John Boyega si cala perfettamente nella sua parte, ma è la sua parte che a mio avviso non si cala perfettamente nel film. Finn è certamente un personaggio credibile. Prova giustamente timore nei confronti di situazioni pericolose. E’ un soldato, per cui è giutificata la sua abilità nell’utilizzo delle armi. Essendo un soldato d’assalto è inoltre giustificata la sua scarsa abilità di pilota così come la sua poca conoscenza dei motori di una nave spaziale. Tuttavia... C’era davvero bisogno di una nuova spalla comica? Tre droidi e la coppia Han Solo-Chewbacca non erano sufficienti secondo J. J. Abrams a strappare due risate agli spettatori tra una scena d’azione e l’altra? Ho avuto inoltre più volte la sensazione che il carisma di Finn tenti disperatamente di fare capolino come la bavosa di Luca Laurenti tra quello della bella Rey e quello più che ingombrante del vecchio (in tutti i sensi) Han Solo, ma senza riuscirci. Un po’ come Cucciolo che prova disperatamente di dire la sua nelle discussioni tra i sette nani. Non lo caga nessuno...

Un altro aspetto che non ho compreso del caro Finn è come sia in grado, esattamente come Rey, di tenere testa al temibile villain del film a suon di spadate laser in meno di due ore di film. Al contrario della bella protagonista però Finn non ha dalla sua la scusante di essere figlio di Luke Skywalker. O almeno spero. Tra un anno e mezzo mi piacerebbe guardare un altro film della saga di “Star Wars” non un’episodio di “Beautiful”. E spero per l’incolumità di J. J. Abrams che non sia nemmeno figlio di Lando Carlissian.

In generale credo che di Finn si sarebbe potuto tranquillamente fare a meno. Sebbene sia un personaggio credibile sotto quasi tutti gli aspetti, come detto, non lo trovo così utile ai fini della trama dell’opera e la curiosità riguardo il suo background registra un valore di “penna a sfera” in una scala da “relazioni amorose di Belen Rodriguez” a “uscita di GTA V”, sebbene sia interpretato magistralmente dal buon John Boyega e sia il personaggio più presente su schermo dell’intero film. Sarò l’unico a non aver amato Finn? Può darsi... Merito la fustigazione? Forse...

Kylo Ren/Ben Solo


Kylo Ren.

Ed eccolo qui. Il nostro villain. Il personaggio più atteso di tutto il film. Quello più figo nella prima metà film. Quello più maltrattato dalla sceneggiatura nella seconda parte.

Da dove partire parlando di lui? Dall’aspetto fisico, dai. E’ più facile.

Di lui si è detto di tutto. Il trota. Pippo Franco. Severus Piton. Alfred E. Neuman. Figlio illeggittimo di una parabola Sky ed una Mediaset Premium. Certamente il suo aspetto fisico fa sorridere, il che potrebbe essere il reale motivo per cui è sempre così incazzato, eppure lo apprezzo. C’è per caso scritto da qualche parte che i personaggi principali dei film devono essere sempre dei commessi di Abercrombie & Fitch? Certo, difficile credere che da un Han Solo e da una Leia Organa cicci fuori un moai dell’isola di Pasqua, ma apprezzo il coraggio di voler introdurre un personaggio non bello esteticamente.

Il suo costume, sebbene non sarà mai iconico come quello del nonno Darth Vader, è comunque piuttosto figo e si candida seriamente ad essere il più venduto per il Carnevale 2016. Certo, la maschera è inutile dal punto di vista fisico, ma ha comunque un design che incute timore ed affascina allo stesso tempo. Siamo tuttavia davvero sicuri che sia totalmente inutile? Vero, il caro Kylo non ha alcun bisogno di supporti tecnologici per sopravvivere come Anakin Skywalker od il generale Grevious, ma se si pensa a lui come un semplice giovane ragazzo alla ricerca di un suo posto nella galassia cresciuto idolatrando la maschera del nonno, allora il casco assume la valenza di oggetto in grado di farlo sentire in qualche modo più sicuro di sé e del suo operato. E ciò non può che essere apprezzato. Kylo Ren è un villain ancora work in progress e solo il tempo ci dirà se sarà in grado di diventare la nemesi della nostra protagonista Rey. Certamente l’aver ucciso il papà lo ha sicuramente trasformato in un attimo nel personaggio più odiato della storia della saga. Jar Jar Binks sarà finalmente sollevato...

Tutto questo però è ciò che si percepisce del personaggio nella seconda parte del film, che a mio avviso entra parecchio in contrasto con quanto mostrato nella prima. Il nostro odiato villain entra infatti in scena nei primissimi minuti della pellicola e subito si mostra in grado di compiere azioni che nessun altro personaggio della saga era mai stato in grado di fare. Grazie alla sua conoscenza della Forza è in grado di attirare a sé persone e non solo piccoli oggetti, di leggere intere mappe dalle menti di altri individui nonché di fermare a mezz’aria raggi laser di armi d’assalto. Chi può fare ciò? Nessuno lo aveva mai fatto. Nemmeno il caro nonnino o Darth Sidious. Nessuno. E subito te ne esci quindi fuori con pensieri del tipo “Cazzo! E questo chi lo ferma?”. Sembra non avere punti deboli. Come il Giappone di Holly e Benji. Anche la rabbia incontrollabile da bambino viziato che lo rapisce in certi momenti del film non può essere considerata come tale. La rabbia accresce i poteri del Lato Oscuro, giusto, maestro Yoda? Nella prima parte di film assistiamo quindi alla presentazione del villain più potente e crudele mai visto nell’intera saga. Si scopre invece poi che è solamente un ragazzino insicuro, peraltro incapace di sconfiggere in uno scontro di spada un ex stormtrooper impaurito come il portiere di Tahiti davanti a Fernando Torres ed una ragazzina gracile, che per quanto potrebbe essere la potente cuginetta che non sapeva di avere è pur sempre una neofita delle vie della Forza.

Che poi su questo scontro finale di spada ci sarebbe così tanto da scrivere che al confronto i libri di Dostoevskij sembrerebbero i depliant della pizzeria da asporto sotto casa. Mi limiterò tuttavia solo e semplicemente a chiedermi: perché la gente che viene ferita da una spada lser non perde più gli arti come successo ad Anakin, Luke od il povero Darth Maul? Hanno depotenziato le spade laser? Sono dalla punta arrotondata come le forbici di Giovanni Muciaccia?

E a proposito di spade laser... Come non parlare della cara spada laser rossa del caro Kylo Ren? Di lei si è parlato per mesi. O meglio, su di lei si è sprecata l’ironia più becera per mesi. E alla fine J. J. Abrams ce l’ha fatta a tutti, giustificando l’utilità dell’elsa laser. Ebbene sì, quella cosa ha senso. Serve e colpire le spalle dei nemici nei momenti di stallo di uno scontro dopo una parata. Nessuno ci avevo pensato, tranne il caro J. J. Ottimo lavoro!

Posso quindi dire di avere apprezzato nel suo complesso il personaggio di Kylo Ren, così come il suo ricco background di cui ancora non si sa tutto. Chi sono i cavalieri di Ren di cui sembra essere uno dei leader? Depositari dell’eredità dei Sith? Chi è il suo signore, tale Snoke? Ho trovato tuttavia troppo poco equilibrio e troppo marcata la differenza tra l’apparente sicurezza e strapotere mostrata nella prima parte della pellicola e l’insicurezza e debolezza mostrata invece nelle seconda. Rimane tuttavia un personaggio affascinante, come tutti i villain della saga.

Han Solo


Han Solo.

Chewie, we’re home. Se non hai amato questa frase sei una brutta persona, sappilo. Di quelle che guardano Barbara d’Urso in televisione la domenica pomeriggio. Sapevi che lui e Chewbacca ci sarebbero stati. Non sapevi quando sarebbero apparsi, ma sapevi che sarebbe successo. E nonostante tutto ciò, quando finalmente li hai visti apparire lì, sullo schermo del cinema, ti sei sentito più felice del giorno del tuo matrimonio, del giorno della tua laurea e del giorno della nascita di tua figlia. E come loro, ti sei sentito a casa.

Ed esattamente come sapevi che lui e Chewbacca non avrebbero mancato all’appuntamento con il ritorno di “Star Wars” avevi la strana sensazione che almeno uno dei due non avrebbe visto la fine del film. E questo qualcuno è stato il caro vecchio Han. Lo sospettavi, ma ci sei rimasto male lo stesso. Forse non ha ricevuto la morte da eroe che avrebbe meritato, ma è morto facendo ciò che era giusto: tentare di salvare suo figlio da sé stesso. Se è eroico fare i genitori al giorno d’oggi come poteva non esserlo tanto tempo in una galassia lontana lontana?

Han Solo è l’anello della catena che unisce la trilogia originale con questa nuova trilogia sequel e lo fa in maniera perfetta. Appare, interpreta la parte della spalla della protagonista accompagnandola per gran parte della pellicola e poi lascia la scena dei prossimi due film a lei ed ai nuovi eroi. Sarebbe stato troppo facile rendere Harrison Ford, Carrie Fisher e Mark Hamill i protagonisti di questa nuova trilogia così come sarebbe stato troppo facile mostrarli dieci secondi a testa per fare contenti i fan esattamente come fanno le hostess con le uscite di sicurezza prima di un volo. J. J. Abrams è invece riuscito a fare in modo che questi tre personaggi, insieme ai vari Chewbacca, R2-D2 e C-3PO, avessero lo spazio che meritano senza però essere d’intralcio alla presentazione degli eroi della nuova trilogia, affidando allo stesso tempo ad Han Solo il compito di sponsorizzare con la sua presenza la nuova protagonista ai vecchi ed esigenti fan della saga.

Certo, rimane il rimpianto di non poterlo vedere più, ma sappiamo tutti che è giusto così. E’ tornato un’ultima volta per noi e lo ha fatto con grande stile. Certo, quando corre sembra un minion di “Cattivissimo me”, ma a settantatré anni qualche sbavatura fisica gli è concessa.

Leia Organa


Leia Organa.

A tutti noi piace ricordarla con il costume leggermente sessista da schiava indossato in “Il ritorno dello Jedi”, ma a sessanta’anni, portati peraltro non troppo bene, forse è meglio guardarla come J. J. Abrams ha voluto mostrarcela: il distrutto e stanco generale dell’esercito della nuova repubblica galattica. Il personaggio è perfettamente incastrato nella pellicola. C’è, ma non ingombra. Fa piacere vederla, ma non ruba la scena a nessuno. Un po’ come il compagno di classe che dorme tutto il giorno in fondo all’aula, ma non ti rompe le palle per farsi passare il compito in classe.

Qualcuno dice che risulti troppo poco distrutta dalla morte dell’ex marito per mano di loro figlio. Io credo che comunque per tutta la durata del film, le poche volte che appare lo faccia in maniera piuttosto fredda e distaccata; Leia è visibilmente stanca di combattere. E comunque, come mi ha ricordato il buon Doc Manhattan nel suo articolo, ricordate quando fosse triste dopo che per colpa sua il suo intero pianeta adottivo di Alderaan è stato cancellato dalla mappe stellari, manco la Morte Nera fosse una gigantesca gomma?

Primo Ordine


The First Order.

I nuovi cattivoni. Giustamente bisognava trovare un qualcosa di nuovo contro cui far scontrare la rinata repubblica galattica. Non si può mica parlare sempre di impero. Anche se poi tanto diverso non è. Le similitudini con il vecchio caro impero e con i totalitarismi europei del Novecento sono ovunque. Escono dalle fottute pareti, come si suol dire. C’è anche il generale Hux nei panni del gerarca nazista amante dei discorsi infoianti a folle di soldati in parata.

Il grande buco narrativo del film rimane tuttavia proprio l’organizzazione della galassia in questa nuova epoca. Dopo la morte dell’imperatore Darth Sidious e la caduta dell’impero galattico non è stata restaurata la repubblica? Se sì, perché i loro soldati si fanno chiamare Resistenza e si nascondono nei bunker come i bambini che alle feste hanno paura dello scoppio dei palloncini come facevano trent’anni prima, mentre i membri del Primo Ordine, che dovrebbero rappresentare i fuorilegge che tentano di soverchiare la nuova repubblica, marciano in pompa magna per la galassia come se fossero i padroni con il cazzo più grosso di tutti? Se nella trilogia prequel si parlava troppo di politica direi che qui se ne parla fin troppo poco. Visti i trent’anni trascorsi dalla trilogia precedente mi sarei aspettato una piccola parte di spiegazione della nuova organizzazione politica della galassia, soprattutto se i cattivoni di turno sono i rappresentanti di una nuova fazione mai vista prima. Se rivedete un amico dopo trent’anni di certo gli chiedete che cosa ha combinato nel frattempo e voi gli raccontate lo stesso, no?

Arma temibile a disposizione del Primo Ordine è la base Starkiller. E indovinate un po’. Esatto! E’ un pianeta con un grosso cannone in grado di cancellare interi sistemi dalle mappe stellari. Dopo aver riguardato le vecchie trilogie e la distruzione di due stazioni orbitanti grandi come satelliti naturali, gli sceneggiatori devono essersi chiesti: “che arma innovativa forniamo al succedaneo dell’impero galattico in questo nuovo film?” Ed il nostro J. J. ha detto: “ragazzi, ma è ovvio, una stazione orbitante un po’ più grande di quelle usate in precedenza.” Certo, si può dire “Star Wars” è una moderna saga epica, e che come tale porta con sé tutti gli schemi e le ciclicità classici che l’epica letteraria possiede intrinsecamente ormai da secoli, così come si può dire che il Primo Ordine aveva l’intenzione di provare come fosse più potente del defunto impero galattico costruendo un’arma simile ma più grande e potente eccetera eccetera, però qualcosina di vagamente nuovo poteva comunque essere pensato, a mio avviso. Eddai J. J., hai pensato ad una utilità dell’elsa laser della spada di Kylo Ren e non sei riuscito ad inventarti una diversa minaccia da sventare per i nostri eroi? Avevi finito tutto il potassio scervellandoti sull’elsa della spada? Certo, abbiamo preso per il cuolo Kylo e la sua spada per mesi e trovare un’utilità a quell’elsa laser era un tuo obbligo morale, ma forse sarebbe stato meglio concentrarsi un po’ di più sulla potente arma del Primo Ordine. Bisogna comunque ammettere che la grossa porzione di film dedicata all’attacco alla base non fa rimpiangere le battaglia presenti nella prima trilogia.

E a proposito dell’attacco alla base Starkiller, qualcuno mi può spiegare come mai un intero pianeta salti per aria per la sola distruzione di una base militare al suo interno? Per quanto grande come un continente, non credo che la distruzione di una base militare per opera di un paio di bombe e di un attacco aereo renda un pianeta talmente instabile da cusarne la distruzione, peraltro quasi immediata. Goku e Freezer, c’entrate mica qualcosa con questa faccenda? O forse semplicemente alla Disney non sanno che la distruzione di un’arma non coincide necessariamente con la totale distruzione dell’intero sassolino astrale su cui è costruita.

Gli altri


Due super tele.

Esatto, gli altri, perché ci sarebbe da parlare di così tante altre individualità, che al confronto i personaggi dell’Iliade sembrano quattro sempliciotti al bar.

Di Poe Dameron. Pilota formidabile, scavezzacollo e dalla battuta pronta che si candida seriamente al titolo di “Han Solo della nuova trilogia”.

Di BB-8. Il droide che riesce fin da subito a non far rimpiangere per simpatia l’onnipresente R2-D2. Il pollicione in alto con l’accendino non si vedeva dai tempi di “Uno sceriffo extraterrestre... poco extra e molto terrestre” con Bud Spencer ed è stato incredibilmente in grado di farti letteralmente piegare in due dalle risate sulla poltrona del cinema. E diciamocelo dai: solo alla Disney sono capaci di dare espressività a due super tele arancioni in equilibrio uno sull’altro, di cui uno più sgonfio dell’altro.

Di R2-D2. Il droide che, sebbene se la dorma per tutto il film manco fosse in letargo, ti fa piacere rivedere più della tua fidanzata.

Di C-3PO. L’omino dorato che, sebbene tu non capisca il perché abbia un braccio rosso, sei contento di vedere vegliare sul sonno di R2-D2.

Dell’ammiraglio Ackbar. Che sebbene non pronunci la parola “trappola”, ti fa piacere vederlo. Ed ogni volta che parla speri che lo dica. “It’s a trap”. E magari un giorno lo ripeterà. J. J. Abrams ci ha fatto strizzatine d’occhio per tutto il film. Magari ne ha già pronta per il futuro anche una riguardante l’ammiraglio più amato della galassia.

Di Luke Skywalker. Il personaggio su cui si è più speculato fin dall’annuncio del film e che hai adorato vedere, sebbene appaia solo gli ultimi secondi in cui non dice alcuna parola e guarda la telecamera come un vecchio spaventato con la demenza senile in procinto di farsela addosso. E nonostante a lui non piaccia, la barba da vecchio Jedi saggio gli sta proprio bene.

Eccetera, eccetera, eccetera. Le strizzatine d’occhio di J. J. Abrams ai vecchi fan della saga sono così tante che penso abbia ormai perso la vista. Non è credibile che la spada laser blu appartenuta a Luke Skywalker, e ad Anakin prima di lui, sia ancora in circolazione e soprattutto in possesso della piratessa Maz Kanata, ma vederla ancora lì ti fa più che piacere. Il casco bruciato di Darth Vader come soprammobile è un po’ creepy, però ammetti che anche tu desideri che Babbo Natale te lo lasci sotto l’albero quest’anno. Difficile credere che la vecchia ferraglia del Millennium Falcon sia in grado di fare drift sulla sabbia manco la guidasse Vincenzo Benzina in “Fast and Furious”, ma vederlo ti ha dato più soddisfazione del sesso con la tua fidanzata. E non dire di no!

Leonard Hofstadter.

Il caro J. J. ha vissuto un anno d’inferno sul filo del rasoio e, nonostante le molte critiche che potrebbe ricevere e che ha ricevuto qui da me, ora si sta godendo il successo di un buon lavoro: ha riportato “Star Wars” sulla bocca di tutti, fan della saga e non, ed “Il risveglio della Forza” sta facendo registrare incassi da record e chissà che non possa superare il record di “Avatar”. Goditi gli appalusi J. J., nonostante tutto quello che ho scritto di male sul film in queste righe, te li meriti. Per quanto mi riguarda, hai comunque vinto tutto dopo essere riuscito a giustificare l’utilità del design della spada laser più sbeffeggiata della storia e sappi che non vedo l’ora di rivedere il film a casa nella prossima maratona della saga del 4 maggio.

Ma questo era solo il mio parere. Nulla più.

Spilu

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