ovvero
Quando il Male videoludico è fatto bene
Guarda cosa vuol dire noir, Batman. |
I DLC sono il Male videoludico. Punto. Su questo non ammetto obiezioni. Che siano rilasciati per inserire porzioni che gli sviluppatori non sono riusciti ad inserire nella versione finale di un videogioco per mancanza di tempo oppure semplicemente per ampliare l’esperienza del videogiocatore mesi dopo l’uscita di un titolo, i DLC sono il Male con la M maiuscola in ambito videoludico. Come le presenza di Paranormal Activity, l’angolo del mobile che aggredisce il mignolino del piede e Shakira con il volto di Margherita Hack. Chiedere del denaro ad uno studente otto anni fuori corso che vive ancora con i suoi per fornirgli il finale di un videogioco che ha già pagato con i soldi ricevuti dalla zia ultracentenaria per il compleanno è scorretto, e su questo credo nessuno abbia qualcosa da ribattere. Noi giocatori siamo tuttavia stupidi e pur di vivere nuove ore di gioco su un videogioco che tanto abbiamo amato siamo disposti a venderla la zia ultracentenaria che con la sua generosità ci ha permesso di giocarlo quel videogioco e ci facciamo così fregare dalla casa di sviluppo di turno. Nel mio caso l’azienda sviluppatrice è Ubisoft, una società in grado di annunciare i DLC di un titolo prima dell’uscita del titolo stesso nonché di rilasciare videogiochi non rifiniti e così pieni di buchi tecnici che al confronto il viso di Cassano è liscio e vellutato come il sedere di un bimbo, ed il titolo in questione “Assassin’s Creed: Unity”. E questa è quindi la storia di cosa è successo quando ho scaricato “Dead Kings”, DLC di “Assassin’s Creed: Unity”.
C’è da dire che il DLC è gratuito. Certo, lo è solamente perché Ubisoft ha pensato fosse giusto scusarsi con i propri clienti dopo che anche la sua dirigenza si è resa conto che “Assassin’s Creed: Unity” era così pieno di bug e glitch al suo rilascio da essere più divertente di una puntata di Colorado e visto che probabilmente nessuna scusante sarebbe stata considerata credibile, ma è pur sempre un aspetto da considerare. “Dead Kings” non si paga. Ammetto però che nel mio animo di videogiocatore appassionato che ogni anno spera che la saga di “Assassin’s Creed” torni ai fasti di un tempo, lo avrei acquistato anche se avessi dovuto dare un rene per averlo e che leggere la dicitura “gratuito” nella descrizione del prodotto sul PlayStation Store è stato un piacere paragonabile a quello che si prova nel ricevere un chinotto da Sasha Grey.
Would you have some chinotto with me? |
Il DLC mostra al giocatore ciò che succede al protagonista di “Assassin’s Creed: Unity”, Arno Dorian, dopo gli avvenimenti del videogioco: in cerca di un aiuto per abbandonare la Francia, l’ormai ex Assassino si ritroverà coinvolto in una caccia al tesoro contro Napoleone Bonaparte per il ritrovamento di un potente manufatto nascosto nella catacombe presenti sotto la città di Franciade. La trama è semplice e lineare ed ovviamente molto breve. Insomma, il gioco è breve e di certo non ci si può che attendere un epilogo breve. Cioè se il tuo fidanzato è alto poco più di un metro non puoi aspettarti che abbia il pene di Rocco Siffredi. La legge della L è una leggenda metropolitana. E’ tuttavia interessante dall’inizio alla fine. La trama del DLC intendo, non il pene di Rocco Siffredi. Quello non l’ho ancora provato!
Si parla però di un qualcosa che attendevo da tempo venisse trattato nella saga di “Assassin’s Creed”: come Napoleone entra in possesso della Mela dell’Eden. Chiunque abbia seguito la saga fin dai primi capitoli, sa fin da “Assassin’s Creed II”, uscito nello scorso decennio, che Napoleone deve la conquista del trono imperiale di Francia ad una Mela dell’Eden. E penso che chiunque abbia seguito la saga fin dai primi capitoli sia rimasto come quando ti viene richiesta la prima declinazione di latino e sei in quinta superiore e l’hai ormai più che dimenticata quando al termine di “Assassin’s Creed: Unity” si è reso conto che Napoleone si è a malapena visto e che non si è mai parlato di alcuna Mela. Nemmeno di quelle della bella Élise. Io ci sono rimasto male proprio come quando al termine dello svuotamento dell’intestino mi rendo conto che è rimastro solamente uno strappo di carta igienica. Cosa diamine ci faccio con un solo strappo di carta igienica? Non basta nemmeno per sputarci dentro il chewing gum! Non di non aver visto le mele di Élise sia chiaro, ma di non aver visto alcuna Mela dell’Eden. Anche se in effetti le mele di Élise...
I dubbi sulle mele stanno sparendo... |
Foto di Fotograf-13: http://www.fotograf-13.de
Modella Elika Cosplay: http://dira-chan.deviantart.com
Tutto ciò che succede nel DLC è ambientato nella città di Franciade, nome rivoluzionario dell’attuale Saint-Denis, che è stata in grado di trasmettermi la sensazione di trovarmi nella Francia rivoluzionaria molto più di tante zone della Parigi ricreata per il titolo base. La nuova zona inoltre non è vuota come la testa di Martina Dell’Ombra ed utile solamente come luogo in cui ambientare le missioni principali introdotte bensì è piena di missioni ed attività secondarie da svolgere al pari della città di Parigi ed il complesso sistema di gallerie sotterranee presenti sotto la città non è da meno. La grande quantità di abiti ed armi come ricompense per il completamento di tali attività e l’introduzione di un paio di nuove meccaniche di gameplay legate all’esplorazione delle catacombe completano il piatto da servire come dessert di “Assassin’s Creed: Unity” che è “Dead Kings”.
Grazie alla divinità dei videogiochi in cui tutti noi tutti crediamo molto più di qualunque altra divinità prodotta da credenze millenarie, ad Ubisoft hanno smesso di produrre DLC indispensabili per comprendere il finale di un titolo e “Dead Kings” si rivela quindi essere semplicemente il più corposo DLC mai rilasciato per un titolo della saga di “Assassin’s Creed” ed un’ottima ed interessante espansione della trama di “Assassin’s Creed: Unity”. Non dovrebbe piacere a nessuno la politica delle case di sviluppo di produrre dei DLC, ma questo è gratuito per cui lo si scarica. E lo si gioca. Ed in questo particolare caso, lo si apprezza anche.
L'unica divinità in cui molti videogiocatori credono. |
Mi rimane solamente un unico grande dubbio: nel caso in cui “Assassin’s Creed: Unity” non avesse avuto bisogno di patch più di quanto Carmen Di Pietro abbia il bisogno di andare dal chirurgo plastico ogni due mesi manco fosse un parrucchiere, quanto sarebbe costato “Dead Kings”? Reni ne ho solamente due. Non vorrei dover vendere la verginità di mia figlia il prossimo anno.
Ma questo è solo il mio parere. Nulla più.
Spilu
Nessun commento:
Posta un commento